L’isolamento è una costante del percorso artistico della Montessori perché non è mai stata inserita in una tendenza o in un gruppo, e nel periodo in cui inizia la sua attività, questa scelta è penalizzante, essendo, inoltre, una donna. Malgrado ciò non le manca l’attenzione della critica e la partecipazione ad importanti mostre come le Quadriennali, la Biennale di Venezia, la Biennale di S. Paolo in Brasile.
Elisa racconta che da sempre, fin da bambina, disegna molto e da questo modo di esprimersi nasce la sua attività di artista. È il segno che rimane nel tempo l’elemento essenziale del suo fare. L’altro elemento protagonista nella composizione è il rapporto con lo spazio del foglio o della tela, che è sempre bidimensionale. Tutto avviene sulla superficie della tela, non c’è profondità, non c’è idea di spazio prospettico.
I segni sembrano emergere frammentari come da un ricordo, sono tratti insistiti che si rincorrono addensandosi e diradandosi. Tutti insieme formano un disegno unitario, spesso un paesaggio, sono immagini molto mentali come una visione ricordata stando ad occhi chiusi.
Per tanto tempo il colore rimane un aspetto secondario, si affaccia a volte con leggerezza, creando sorpresa in un campo grafico, dove spesso il fondo non è dipinto: il segno deciso si presenta sulla tela nuda. La pittura matura molto più tardi e dilaga negli anni Ottanta, il colore è un fatto passionale, legato a un maggiore abbandono.
Negli ultimi anni la curiosità di sperimentare porta la Montessori ad esprimersi anche con il mosaico e a riprendere un vecchio amore per la ceramica, con la quale realizza varie opere. Anche attraverso queste diverse tecniche non viene mai meno lo stile riconoscibile dell’artista: l’imprevedibile macchia di colore, il fluire delle linee nell’eleganza del segno che insieme descrive, dettaglia, ed è sintetico.
Montessori ha, nel corso dell'intera vita, continuato a produrre opere basate sul concetto di accumulazione e sottrazione. Artista dalle molteplici visioni, nelle sue opere si percepisce in particolare la ricerca di un rapporto profondo tra donna e natura, inteso come momento di trasformazione e di metamorfosi.
L’osservazione della forma e della struttura di elementi naturali, quale una foglia o una roccia, può essere l’elemento dominante di un suo quadro, e come nello sguardo dei pittori orientali, il gesto nasce dalla concentrazione che precede il segno, deriva dalla consapevolezza della forma osservata e assimilata in precedenza.
Una natura composta da respiri vitali che animano l'universo, intesa nel suo incessante divenire, nella sua costante germinazione e tradotta in gesto automatico. E' la trasformazione del paesaggio, un paesaggio vegetale, a volte evidente, altre appena suggerito, che gioca con la linea e con i tanti modi di interromperla, dedicandosi a variazioni spontanee e impercettibili.
Elisa Montessori è interessata all'imperfezione, al casuale, all'irregolarità, alle sorprese e ai rischi. Ogni sua opera cela l'imprevedibile, racchiude un segreto.
La poetica di Elisa Montessori parte dall'atto del guardare e rapportarsi con il mondo in quanto corpo e sguardo, rifacendosi alla prima scrittura della mano, compulsiva, libera, a tratti violenta, che porta a riprodurre non ciò che si vede dinnanzi a sé ma ciò che si conosce. Una mano che sa più dell'occhio, con una memoria che non traduce la realtà ma registra l'esperienza. Il segno, come lo sguardo, è un'incisione in costante trasformazione e quello di Elisa Montessori è un tratto cumulativo e sottrattivo, che spinge, avanza, sposta l'orizzonte sempre più lontano. Cattura le linee interne delle cose e fissa le relazioni tra di esse, da qui l'importanza delle forme stagliati contro un fondo che rappresenta l'ignoto, che danno spazio alla metamorfosi.
Della cultura visiva orientale l’artista conosce molto bene il valore del vuoto, che in quanto pausa, scansione, è importante quanto il pieno. Sembra ripotare alla luce l'interdipendenza tra presenza e assenza, insito nel rapporto tra il tratto e la sua ombra. Dall’equilibrio di questi due elementi nasce l’armonia della composizione quale quella nella musica o nella poesia. Nella Montessori troviamo spesso un rapporto con la poesia. È un raffronto tra la parola e l’immagine, che permette il dialogare di due codici diversi pur nelle profonde analogie.
Racconti mitologici e corrispondenze con testi letterari, derivanti da un rapporto privilegiato che l'artista ha con la letteratura e la poesia, fanno si che le opere di Elisa Montessori ci accompagnano in un armonico viaggio nella mente.
Elisa Montessori è un'artista che vive il mondo. Lo vive e lo guarda scavandone la superficie, traducendola attraverso una gamma di tratti che ci rivelano che ciò che ci si trova dinnanzi non è univoco, che un quadro racchiude sempre una domanda.
DOMANDA:
Se interpretassimo l’atto della cancellazione come quello che, ponendo l’attenzione su ciò che c’era prima e ciò che sarà dopo, genera stupore, meraviglia, bellezza, godimento dell’istante, e supponendo, come ha detto in una delle sue interviste, parlando della Roma Contemporanea, che la contemporaneità è priva di vita, e la sua eternità sta nelle rovine, possiamo intendere che la non bellezza della contemporaneità risieda nell’assenza di cancellazione, interruzione, eliminazione? Lo stupore negli occhi di chi guarda un mondo globalizzato, che offre possibilità che tendono all’infinito, ha ancora senso di esistere?